lunedì 1 febbraio 2010

Scacchitalia

Dal sito FSi è possibile scaricare gratuitamente Scacchitalia, la rivista federale: http://www.federscacchi.it/str_reg.php?tipo=6

Dall'intervista a un'insegnante di Gela estrapolo la risposta a questa domanda:
Quali sono invece i benefici scolastici per gli allievi?

Nel 2005, per motivi contingenti ho lasciato la succursale della mia scuola per trasferirmi alla centrale. In quell'occasione, mi sono state affidate due classi terze, delle quali una particolarmente "difficile". In quella classe, c'era stato un via vai di insegnanti ed i bambini, è normale, ne avevano molto risentito.
Premetto, e non a caso, che la mia scuola sorge in un quartiere denominato "area a rischio" per cui, qualche bambino si era trasferito proprio perché, in quel clima, le aspettative erano carenti, ma i più tenaci però, avevano resistito. Erano bambini, per lo più, non abituati a rispettare le regole, svogliati, indisciplinati e assenteisti. Io sono un'insegnante che predilige passare le regole o i concetti in maniera piacevole, anche attraverso il gioco, ma quell'anno, e i due successivi, fino al completamento della quinta classe, sono stati anni difficili, intensi di difficoltà che mi hanno messa a dura prova, ma anche i più ricchi di soddisfazioni.
Fra i tanti bambini "problematici" di quella classe ne ricordo in particolare uno, il più
grandicello, ripetente, con una situazione familiare delicata, spesso assente a scuola perché aiutava uno zio a vendere i detersivi sul camion, senza nessuna voglia di studiare né di comportarsi secondo le regole. Mi ha colpito, di questo bambino, la bellezza: occhi azzurri, capelli biondi e carnagione chiarissima; sembrava quasi timido, invece, già me lo avevano presentato: timido non lo era affatto e, in più, era molto precoce nella crescita e con interessi non più da bambino!
Il progetto scacchi, ricordo, fu accettato benissimo da tutti i bambini che mi sembravano
spugne aride e desiderose di apprendere. Molto male, invece, fu accolto dalla maggioranza
delle famiglie, convinte che in quella classe ci mancava solo quello: l'insegnante che li faceva giocare!
Tornando al nostro bambino, che non è stato l'unico in quella classe a subire il benefico
influsso degli scacchi, è stato però il primo ad imparare il gioco, a rispettarne le regole
e a farle rispettare. Addirittura, quando si comportava male con i compagni e/o l'insegnante,
in qualche modo si autopuniva... A volte, anche in maniera eccessiva. Potrei raccontare tante altre vicende, riguardanti questo bambino, che non era il solo a presentare problemi in quella classe difficile e turbolenta. Ma per farla breve, quell'anno il nostro protagonista ha vinto il campionato scolastico e sul podio si è commosso... e ha fatto commuovere quanti lo conoscevano, bambini, genitori, insegnanti e preside. Un giorno, è venuto il preside in classe proprio per sentire le impressioni di questo "campione particolare", ora famoso in positivo. Lui, diventando rosso, ha risposto timidamente alle domande, ma in maniera opportuna, interessata ed emozionata e, quando il preside è andato via, mi ha detto: "Maestra Carmelita, solo tu mi potevi dare queste soddisfazioni". Anche io quel giorno, mi sono commossa.
Avevo promesso a questi miei alunni che in classe V li avrei portati a giocare in un vero torneo. E siccome ogni promessa è un debito, l'occasione si è presentata con il campionato interprovinciale Agrigento-Gela. Tutti si sono distinti per impegno, educazione e bravura. Sul giornale di Sicilia appariva grande la scritta: campioni provinciali UD 10 e UD 12. Dieci si sono qualificati al Campionato Regionale e, dulcis in fundo, sei si sono classificati al Campionato nazionale: sette giorni a Merano, grazie al patrocinio del Comune di Gela che ha creduto in noi. Da quando i nostri scacchisti, si sono presentati a scuola con le mega coppe, non solo sono stati "attenzionati" con occhio diverso, da insegnanti, bambini e genitori, ma, magicamente, sono diventati per incanto più bravi e studiosi. L'avere successo è un'occasione che alimenta in modo realistico l'autostima e la motivazione ad apprendere.
Se ancora oggi, a distanza di due anni, dalla licenza elementare, proprio quei bambini, quando possono, vengono a trovarmi per aiutarmi (allenano a giocare a scacchi i pulcini), non solo il "progetto scacchi" si può considerare un vero successo, ma, senza averlo programmato, si sta portando concretamente avanti, il "Progetto Continuità", del quale spesso si programma tanto, nero su bianco, ma si sfoggiano solo belle parole. A cosa vale sperimentare un metodo, senza la possibilità di un confronto?

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